SESSO IN UFFICIO – parte 1 – Campobasso (CB) - Pistoia Trasgressiva

SESSO IN UFFICIO – parte 1 – Campobasso (CB) - Pistoia Trasgressiva

Nella banca in cui lavoro, c'è Malvina, una figona di 41 anni, sposata, madre, ma civettuola, che fa impazzire tutti gli uomini e i ragazzi che sono occupati nella filiale. Si veste in maniera provocante e sembra faccia apposta ad eccitarci. Visto che i nostri uffici sono separati solo da pareti di legno e vetro, addirittura sono arrivato al punto di masturbarmi dietro la scrivania quando rimanevamo solo noi due nel tardo pomeriggio. Sborravo nel cestino mentre lei era seduta proprio dietro il vetro di fronte a me.
Quando discutevamo di lavoro o altre questioni generali, lei lanciava regolarmente un'occhiata al mio pacco e spesso non riuscivo a nascondere il gonfiore del mio cazzo che si espandeva verso il lato sinistro dei pantaloni.
Un pomeriggio, dopo l'ennesima erezione, lei se ne andò per tornare a casa e io rimasi con il cazzo pulsante. In banca a quell'ora c'ero solo io. Così ebbi l'idea di masturbarmi eiaculando nella sua tazza privata che usava per il tè e il caffè. Poi, invece di lavarla, eliminai gli schizzi più pesanti, spalmai lo sperma rimanente all'interno e riposizionai la tazza nella posizione originale.
La mattina seguente andò a preparare la sua solita tazza di tè e si fermò un minuto per augurarmi buongiorno e chiacchierare un po'. Guardarla mentre sorseggiava il suo tè col mio sperma disciolto mi fece immediatamente drizzare e lei, come sempre, se ne accorse, sorrise e andò nel suo ufficio.
Questo vizietto continuò per un mese almeno due volte a settimana. Se potevo, sborravo anche sulla sua sedia. Occasionalmente, se trovavo nei cassetti una barretta di cioccolato finita per metà o delle caramelle, le scartavo e rincartavo con cura riservando a esse lo stesso perverso trattamento. In pratica, inseguivo la fantasia che lei inghiottisse il mio sperma.
All'inizio del mese successivo, un pomeriggio capitò ancora di essere gli ultimi due a dover chiudere i conti. Ci ritrovammo fianco a fianco dietro al bancone delle casse, quando lei allungò la mano e mi strinse il cazzo e le palle dicendo:
- Amo mio marito, ma non posso più farlo solo con lui. E' fissato col buio e la posizione del missionario, ma io... io ho bisogno di qualcosa di diverso!
Rimanemmo a lungo dopo l'orario di chiusura, sperimentando carezze e baci, tette in bocca e sesso orale. Seguirono discorsi sporchi e un bel pompino. Sembrava un sogno, ma era tutto vero.
CONTINUA

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