HO INCULATO MIA SUOCERA – capitolo 3° - Pistoia Trasgressiva

HO INCULATO MIA SUOCERA – capitolo 3° - Pistoia Trasgressiva

Mentre sospirava, ancora prima che provassi a incularla, mi ha ricordato di guardare la sveglia perchè dovevo andare al lavoro.
Infoiato com'ero, ho strofinato il cazzo con più forza, finché non ho resistito e ho liberato il mio sperma sulle chiappe.
Non abbiamo detto nulla, mia suocera mi dava ancora le spalle e fingeva di dormire. Mi sono alzato per andare di nuovo in bagno, e ho potuto vedere il suo culo imbrattato di sborra che colava sulle lenzuola.
Dopo un veloce bidè, mi sono vestito e sono uscito di casa senza scambiare nessuna parola con lei, che ancora simulava di dormire.
Sono tornato dal lavoro verso le 19 e, in presenza di mia moglie e mia figlia, il suo atteggiamento è stato lo stesso di sempre, niente di strano, come se nulla fosse accaduto. Invece io attendevo con ansia la mattina del giorno dopo, quando Matilde sarebbe tornata nel mio letto per offrirmi le sue deliziose carni.
Infatti, il mattino seguente, dopo che sua figlia e sua nipote se n'erano andate, si è infilata nel mio letto, dandomi le spalle e sapendo perfettamente cosa sarebbe successo. Se non l'avesse voluto, non si sarebbe messa sotto le coperte. Mi sono voltato, l'ho abbracciata e le ho afferrato le tette. Immediatamente, abbiamo iniziato a muoverci come il giorno prima. Il programma sembrava essere un remake della mattina precedente: palpeggiamenti, dita nella fica, masturbazione, sfregamenti, ecc. , ma niente penetrazioni.
Invece, mi sono tolto il pigiama, mi sono messo davanti e gliel'ho strofinato un po' sulla vulvona. Ma quando ho provato a toccarle la vagina e abbassare le mutandone rinforzate, si è spaventata e mi ha chiesto in tono autoritario di non farlo.
Ha detto che non voleva far questo a sua figlia, che era inconcepibile e, anche se gli anni di vedovanza la facevano morire dalla voglia di fare sesso, non poteva permettersi di farsi scopare da suo genero.
Ero arrapato e deluso, stavo per rinunciare, quando ho sentito una sua mano scendere fino alla mia gamba. Per la prima volta, mia suocera ha afferrato il mio cazzo e ha cominciato a masturbarmi lentamente. Era delizioso sentire la sua piccola e grassa mano accarezzarlo, allora ho approfittato dell'occasione e gliel'ho piantato in fica. Mentre la pompavo, ho tolto il reggipetto e ho succhiato i duri capezzoloni. Finalmente avevo tutte per me le sue grandi, enormi tettone spalmate al di sopra della pancia. Come un animale, le ho morse, strizzate, ci ho sfregato la faccia contro. Matilde non ha obiettato, al contrario, ha sostenuto le sue mammellone in aria, guardandomi divorarle. Ero innamorato dell'odore, del sapore, del bianco di quei pezzi di carne così ricca, con areole rosa e capezzoli molto marcati.

CONTINUA

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